Uta: dove natura e tradizione si incontrano

Uta: dove natura e tradizione si incontrano
di Ivan Murgana

Per una passeggiata tra i sentieri delle sue foreste dove la bellezza naturale della macchia mediterranea offre scenari davvero unici, o semplicemente per riscoprire i sapori di un tempo, quelli di una cultura contadina tramandata di padre in figlio da generazioni: c’è più di un motivo per visitare Uta e il suo territorio che ancora mantiene intatto il fascino delle cose semplici. Il giusto compromesso per chi vuole raggiungere rapidamente la città ma non vuole rinunciare a vivere a pochi minuti dalla montagna.

Questo paese è di sicuro il posto giusto per il turista che in vacanza non cerca solo il mare ma anche un contatto più diretto con la natura. Per gli amanti delle escursioni in montagna, sarebbe un delitto trovarsi nell’area vasta di Cagliari e non godere dello spettacolo naturale che offre Monte Arcosu, diventato una immensa oasi naturale dove si possono ammirare le specie arboree più significative dell’Isola e un considerevole campionario faunistico.

Grazie alle escursioni guidate nella riserva del Wwf, dove dominano i boschi di leccio, di sughera e le macchie come l’erica e il corbezzolo, e nel sottobosco prendono vita numerose specie di funghi, si possono ammirare immense distese di ciclamini dove svolazzano schiere di farfalle variopinte.

Non lontano dai torrenti invece, spiccano maestosi gli oleandri, i salici e gli ontani. È facile percorrendo questi sentieri, imbattersi in alcuni esemplari di cervo sardo, tornato a popolare questa zona dopo aver rischiato l’estinzione, di cinghiale, di daino, di volpe e di donnola. Nelle radure si incontrano la pernice sarda ed il coniglio selvatico. Solo i più fortunati però potranno riuscire a scorgere animali attivi nelle ore notturne come il gatto selvatico sardo, la martora o il quercino.

Numerosi i rapaci, ben rappresentati dalla poiana, dal gheppio, dal falco pellegrino, dallo sparviero e da altre numerose specie. Negli anfratti più alti di Monte Arcosu inoltre nidifica lei, sua maestà l’aquila reale. Non solo un patrimonio naturale difficile da eguagliare, ma anche una valenza archeologica da non sottovalutare: le origine di Uta infatti si perdono tra millenni di storia.

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A testimoniare queste antiche origini, i ritrovamenti appartenenti a diverse epoche, come i resti del nuraghe “Su niu de su Pilloni”, dove sorgeva anche un villaggio nuragico e una fornace, e i numerosi reperti dell’epoca romana come la statua di una sacerdotessa, pezzi di colonne e di ville suburbane.

Il ritrovamento più importante è rappresentato dai bronzetti che tutt’ora si trovano nel Museo Archeologico di Cagliari. “Il nostro patrimonio nuragico è testimoniato dalla statua del capotribù presente all’ingresso del Municipio – spiega Gianni Sulis, assessore alle Attività produttive – una perfetta riproduzione dell’originale custodita nel museo del capoluogo”.

Da visitare le chiese, che a Uta non mancano di certo: come quella consacrata a Santa Lucia, festeggiata il primo sabato dopo Ferragosto, la chiesa parrocchiale di Santa Giusta e quella montana di San Nicola eretta nel sesto secolo d.C. La più importante è di sicuro quella di Santa Maria eretta dai monaci Vittorini di Marsiglia nel XII secolo, in stile romanico: una tra le più importanti della Sardegna.

Per l’intrattenimento di turisti e residenti ogni anno si tiene, nell’incantevole scenario del santuario di Santa Maria, il “Festival Internazionale del folklore”, che quest’anno dal 31 luglio al 9 agosto, festeggerà la nona edizione.

“Quest’anno parteciperanno oltre ai gruppi sardi anche sette gruppi stranieri in modo da promuovere uno scambio culturale tra i popoli – spiega Romano Massa, presidente della Pro loco, che da sempre organizza la manifestazione – oltre alla sfilata delle maschere tradizionali, durante il festival è stato introdotto un appuntamento dedicato alle degustazioni culinarie, denominato “Giornata della valorizzazione dei prodotti tipici locali”, durante la quale verranno messi in vetrina i prodotti artigianali ed agro-alimentari del paese.”

Un paese che ha piena consapevolezza dei propri mezzi, ma che tuttavia deve ancora cercare la chiave per valorizzarne gli aspetti più suggestivi: il prossimo obiettivo per l’amministrazione comunale sarà sicuramente portare in giro per l’Isola e per il resto del Paese, le peculiarità di Uta.

“Occorre investire nella promozione del territorio – ammette il sindaco Ignazio Soriga – il nostro paese offre un percorso culturale e naturale davvero unico, per valorizzarlo però chiediamo aiuto ai giovani. Sarebbe bello infatti mettere a disposizione di qualche cooperativa di ragazzi, il santuario di Santa Maria, promuoverne il flusso turistico e portare avanti un percorso di fruibilità accompagnato da visite guidate per raccontare ai turisti la storia di Uta”.

Maggiori informazioni:

Comune di Uta www.comunas.it/uta