Selargius un viaggio lungo millenni

Selargius un viaggio lungo millenni
di Ivan Murgana

L’essenza di questa città tutta da visitare è racchiusa nel suo stemma che racconta alla perfezione la storia di un territorio abitato sin dal 3000 a.C. La croce di marmo a ricordare le sue bellezze architettoniche, le spighe di grano e i pampini della vite a testimoniare la cultura contadina plurimillenaria, i fenicotteri rosa simbolo dello stagno di Molentargius e la corona: emblema dei Marchesi di Quirra a lungo feudatari della zona in cui sorge Selargius.

Sarebbe un peccato recarsi in città solamente per assistere all’Antico Sposalizio Selargino, diventato un’attrazione capace di avvicinare numerosi turisti, e non visitare le chiese e gli altri monumenti ricchi di interesse storico. Visitare Selargius è come sfogliare un grosso libro di storia, che tra le sue pagine racchiude segreti e curiosità degne di essere raccontate. A testimoniare il fatto che Selargius ha cavalcato i millenni, ci sono i siti archeologici di “Su Coddu” e “Mat’e Masonis”, risalenti al periodo Neolitico.

Selargius un viaggio lungo millenni

I Romani ne fecero il granaio di Cagliari, ma fu soprattutto l’influenza spagnola a lasciare impronte indelebili nella storia di questa città. Un passaggio, quello degli iberici, testimoniato da monumenti come il carcere aragonese di San Pancrazio, in età feudale sede del Carcere e del Tribunale della Baronia di San Michele, e della Giudicatura Mandamentale, divenuto successivamente caserma dei cavalleggeri di Sardegna per diventarlo nel 1864 anche dei Reali carabinieri.

Un edificio caratterizzato da muri bastionati e finestre a bocca di lupo che testimoniano l’impossibilità per i prigionieri di fuggire da quel luogo. Da visitare anche le case del canonico Putzu, acquistata dal Comune nel 1989, dove sovente si tengono mostre d’arte e artigianato e la seconda domenica di settembre viene ospitato il banchetto dell’Antico Sposalizio Selargino; e la Casa privata di Felice Putzu, capolavoro architettonico in mattoni di ladiri risalente al 1775.

Antico Sposalizio Selargino 2017

Se l’ex distilleria dell’avvocato e politico Sebastiano Boi, che con la sua famosa ciminiera testimonia un recente passato industriale riveste per Selargius una grande importanza, i luoghi di maggior interesse del patrimonio architettonico selargino sono le sue chiese: quella consacrata a Maria Vergine Assunta, non lontano dalla quale sorge quella dedicata a Sant’Antonio Abate, e gli altri templi intitolati a San Salvatore e a San Lussorio.

Proprio a quest’ultimo santo è legata la Confraternita di San Lussorio, che ogni anno per il primo maggio sfila per le vie di Cagliari in onore di Sant’Efisio. Splendida nella sua essenzialità la chiesa di San Giuliano, eretta dai Vittorini agli inizi del XII secolo sulle rovine di una chiesa bizantina dedicata a Giuliano Martire di Antiochia che ospita nel corso de Sa Coia Antiga, il rito de “Sa Promissa”.

Il simbolo del paese rimane comunque la croce di marmo eretta nel periodo catalano, luogo non solo di culto ma in passato teatro di diverse esecuzioni capitali. “Il nostro obiettivo è quello di coniugare lo sviluppo con la tradizione – spiega il sindaco, Gianfranco Cappai – questo territorio ha un’offerta turistica variegata, capace di attirare i visitatori alla ricerca di scorci naturali come lo stagno di Molentargius popolato da fenicotteri e altri volatili, oppure interessati a conoscere i monumenti più importanti della città.

Selargius un viaggio lungo millenni

L’archeologia è un tassello importante della nostra cultura, per questo i reperti provenienti dal nostro territorio presto resteranno a Selargius grazie al museo che abbiamo intenzione di allestire all’interno del carcere aragonese di San Pancrazio.”

Insomma, si può visitare Selargius per la bellezza dei suoi monumenti, per vedere i fenicotteri tornati agli inizi degli anni novanta a nidificare nelle acque di Molentargius, oppure per partecipare alle feste paesane che unite all’Antico Sposalizio danno la sensazione che il tempo si sia fermato all’epoca in cui le donne preparavano in casa il pane Moddizzosu, il gattò e gli amaretti, e gli uomini lavoravano le vigne per produrre quei vini apprezzati oggi in tutta l’Isola.

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Maggiori informazioni:

Comune di Selargius www.comune.selargius.ca.it