Carloforte, l’isola che abbraccia la Genova antica

Carloforte, l’isola che abbraccia la Genova antica
di Ivan Murgana

Il faro che si staglia sulla punta di Capo Sandalo, scruta ad occidente un braccio di mare che in passato fu crocevia delle incursioni piratesche. La bussola della storia e della cultura di Carloforte però segna tutt’altre rotte: punta diritto su Genova e Tabarka, città mai dimenticate dalle quali approdarono i primi abitanti di quest’isola nell’Isola.

È proprio questo filo antico mai reciso che lega Carloforte al capoluogo ligure e alla città tunisina dove in passato molti genovesi si trasferirono per pescare il corallo, a rendere speciale questa isola del Sulcis – Iglesiente.

Legame insolubile testimoniato dalla lingua che ancora oggi si parla nell’isola di San Pietro – quel genovese portato dai fondatori arrivati proprio da Tabarka e dalla Liguria – ma anche dalla cucina che propone squisiti piatti di due culture così diverse.

Chi visita Carloforte per la prima volta non può rimanere indifferente al fascino naturale che le sue coste, dove nidificano il Gabbiano corso e il Falco della regina, e il suo mare cristallino sono capaci di offrire. Faraglioni che cadono a picco sul mare, magnifici anfratti raggiungibili solo in barca come le grotte di Puntanera, del Pulpito, della Mezzaluna o della Punta delle Oche, rappresentano uno spettacolo che toglie il fiato Per godere appieno del patrimonio naturale di Carloforte è necessario però immergersi nelle acque che circondano l’isola di San Pietro: solo così si potrà ammirare un fondale marino che ospita tonni, pesci spada, ricciole ma anche stelle marine, coralli e spugne.

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La cultura marinaresca dell’unico Comune dell’isola è uno dei motivi che avvicina ogni anno da queste parti, migliaia di visitatori. Visitando la tonnara nel periodo in cui si svolge il Girotonno, o il Museo civico nel quale vengono riprodotte fedelmente le varie fasi della lavorazione e della conservazione del tonno, si può apprendere tantissimo della cultura tabarchina. L’Isola di San Pietro ospita un’importante oasi della Lipu in cui vivono numerose specie rapaci: si estende per 236 ettari nella parte occidentale, abbracciando oltre sei chilometri di costa. La zona, classificata come “Area di interesse internazionale”, grazie alle continue modificazioni geologiche e climatiche dell’isola che hanno contribuito alla costituzione di un ambiente del tutto unico, ospita una varietà floristica e faunistica comprendente numerose specie presenti soltanto su questo territorio.

Passeggiando per il centro storico di Carloforte, partendo dal lungo mare dei Battellieri dove si trova la statua di Carlo Emanuele III, si possono ammirare i vecchi palazzi settecenteschi e ottocenteschi che sorsero nel periodo in cui il centro abitato si espanse oltre le possenti mura erette per preservare la popolazione dalle orde corsare.

Percorrendo via XX Settembre è possibile visitare la chiesa della Madonna dello Schiavo, che ospita il simulacro venerato dai carlofortini deportati in Tunisia a seguito di un’incursione barbaresca.

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Nella parte meridionale del centro abitato invece spicca la chiesa dei Novelli Innocenti, eretta ben prima che l’isola venisse colonizzata in memoria dei giovani e bambini facenti parte della cosiddetta “Crociata dei fanciulli” che partì da Marsiglia nel 1212. “La cultura ligure e quella tunisina si sono mescolate con quella sarda formando un connubio che rende Carloforte così speciale – spiega Antonio Napoli, assessore comunale al Turismo – è proprio questa specificità ad avvicinare ogni anno nell’isola oltre venticinquemila visitatori. La nostra offerta turistica non punta a riproporre i modelli vincenti adottati in altre zone della Sardegna: oltre che sulla bellezza delle nostre spiagge, puntiamo sulla valorizzazione delle antiche tradizioni tramandate da generazioni”.

Dieci alberghi, numerose seconde case sparse nell’isola, a cui vanno ad aggiungersi i diversi bed&breakfast che stanno nascendo: Carloforte oltre alle strutture ricettive consolidate punta inoltre al restauro delle vecchie costruzioni presenti sul territorio.

Una decisione che permette di non cementificare le coste mantenendo intatto il fascino del proprio habitat. “La cucina tabarchina è di sicuro uno dei motivi che permette di ricordare per sempre una vacanza a Carloforte – dice Napoli – grazie al tonno e ai prodotti che ne derivano dalla sua lavorazione si preparano piatti deliziosi che, accompagnati dai vini locali come il Tabarca e il tradizionale Carignano, permettono di conoscere anche a tavola la storia e la cultura di questa splendida isola”.

Maggiori informazioni:

Comune di Carloforte www.comunecarloforte.gov.it