Villasimius, Capo Carbonara: 9000 ettari per la ricerca scientifica

Villasimius, Capo Carbonara: 9000 ettari per la ricerca scientifica
di Ivan Murgana

Da Capo Boi a Punta Porceddus, passando per l’Isola dei Cavoli sino ad arrivare all’Isola di Serpentara, c’è una zona triangolare fatta per la scienza. Grazie all’Area Marina protetta di Capo Carbonara – costituita da ben novemila ettari fatti di mare, spiagge e isolotti – il monitoraggio delle specie marine endemiche e la ricerca scientifica hanno trovato casa.

L’Area Marina, istituita nel 1999, ricade interamente nel territorio di Villasimius, ed è suddivisa in tre zone che si distinguono per il diverso livello di tutela.

La zona A, che abbraccia la costa occidentale dell’Isola di Serpentara e gli isolotti a essa vicini, e un tratto di mare tra la stessa isola e la zona di Punta Porceddus, è completamente tutelata: non è consentito l’accesso, ma è comunque possibile immergersi con il personale autorizzato dell’Area Marina. La zona est di Serpentara, quella dove si trova la secca di Berni, parte di Capo Carbonara e l’area che cinge l’Isola dei Cavoli, formano la zona B: qui è possibile nuotare liberamente e navigare a velocità ridotte.

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Nella zona C è compresa l’intera area che non ricade nelle due precedenti zone: qui ci sono meno vincoli, ma non è comunque concessa la pesca subacquea. Valgono soprattutto le regole dettate dal buonsenso come non gettare rifiuti o danneggiare la vegetazione.

Nelle acque dell’Area Marina, otto anni fa comparve per l’ultima volta la foca monaca: da allora il controllo dei punti dove potrebbe tornare a rifugiarsi è stato continuo. “Abbiamo puntato nelle grotte alcune telecamere ad infrarossi capaci di individuare immediatamente la presenza anche di un solo esemplare – racconta Federica Maggiani, consulente scientifico dell’Area Marina – nonostante tutto della foca monaca non c’è stata nessuna traccia”.

L’ultima colonia si è estinta nel 1975, da allora qualche esemplare proveniente dal nord-africa ha raggiunto le acque nostrane, ma solo per “visite” sporadiche.

“Erano diversi i punti della costa orientale dell’Isola che in passato ospitavano colonie di foche – spiega Federica Maggiani – oltre a Villasimius si spingevano anche più a nord, verso Orosei e Dorgali: oggi sarebbe già tanto riuscire ad avvistarne un solo esemplare”.

Maggiori informazioni:

Area Marina Protetta Capo Carbonara www.ampcapocarbonara.it